L’inquilino del terzo piano – Il caso di Jimmy

Jimmy 23 anni, figlio unico, mi contatta alla fine di Luglio, giusto in tempo per qualche colloquio preliminare prima della mia interruzione lavorativa per le ferie estive.
Al primo colloquio appare emozionato, inizia subito a parlare di un problema di ‘perversione’ in maniera generica. Registro una questione importante che il paziente porta, ma dedico il tempo all’accoglimento, a mostrargli la possibilità di un rapporto diverso con un adulto che, nonostante lo incontri in uno studio professionale, si mostra come una persona attenta ad altre realtà rispetto a quelle legate a ruoli istituzionali.
Jimmy mi parla di problemi sessuali legati all’erezione poi, approfondendo la questione, mi racconta di avere, da un certo periodo, una relazione clandestina con una ragazza coetanea: anche lei frequenta Biologia, ed è fidanzata con un ragazzo che abita in un’altra città.
Mi colpisce come un ragazzo così giovane si trovi a vivere una relazione clandestina con una coetanea. Jimmy continua a parlare riferendomi di una relazione precedente, avuta sempre in maniera clandestina per due mesi, con una ragazza fidanzata del suo ‘migliore amico’, inoltre mi dice di essere attratto dalle persone forti ‘come sua mamma’.
“Mia mamma a casa comanda.. mio padre è più accomodante.. lei controlla ogni cosa che faccio e mio padre le dice di lasciare stare..”
E’ allora che Jimmy mi parla del suo desiderio irrefrenabile che lo coglie quando rimane solo in casa. E’ da quando aveva 17 anni che succede: indossa i vestiti della madre, si trucca e si masturba davanti allo specchio.
I genitori l’hanno scoperto o, meglio, lui si è fatto scoprire lasciando fuori posto, nella stanza dei genitori, degli indumenti intimi della madre.
Non mi preoccupa più di tanto questa comunicazione affrettata, mi oriento intimamente verso un blocco della soggettivazione del ragazzo, avvenuto probabilmente in coincidenza dell’erompere pulsionale tipico dell’adolescenza. Rassicuro il paziente e gli dico che ci sono vari modi per manifestare la propria angoscia di crescere, di lasciare la mamma apparentemente rassicurante per dirigersi verso nuovi oggetti.
Nel secondo colloquio Jimmy parla delle sue insicurezze con le ragazze, dice che teme di essere rifiutato e allora si avvicina solo a quelle che gli dimostrano un certo interesse. Riferisce di come alle scuole superiori gli piacesse una ragazza che però era molto timida come lui e da cui è stato lasciato dopo poco senza spiegarsi il motivo. Dice che non si è mai fidato degli altri ed io gli dico che è comprensibile che ancora non si fidi di me poiché ci siamo appena conosciuti.
E’ allora che egli mi porta altri elementi importanti della sua storia.
P: “..prima di iscrivermi a Biologia nella mia città, mi ero iscritto a Giurisprudenza a Bologna ma non mi trovavo bene, non riuscivo a concentrarmi. Allora i miei genitori mi hanno mandato da uno psicologo ma ho fatto solo un colloquio.. non gli ho raccontato tutto.. “
T: “E’ importante che senta di scegliere lei di iniziare un lavoro qua con me.. di non essere mandato dallo psicologo com’è successo a Bologna..”
P: “ Mia madre dice che assomiglio a mio padre.. ma a me Giurisprudenza non piaceva.. mio padre mi ha detto che ho fatto bene a lasciare Giurisprudenza se a me non piace.. mi piacciono gli strumenti musicali.. suono la chitarra.. vorrei suonare il pianoforte.. a 3 anni sapevo già leggere e scrivere.. e poi risulto simpatico, so fare le imitazioni.. alle medie ero il più bravo della classe.. alle superiori ho incominciato ad andare male a scuola perché mi preoccupavo più di piacere alle ragazze che di studiare e vedevo che quelli che avevano successo andavano male a scuola..”
Il secondo incontro termina e registro come la mia parola abbia invitato il ragazzo all’apertura verso la fiducia e mi abbia iniziato a portare la sua modalità di gestire gli aspetti infantili e onnipotenti ancora ben radicati in lui. Osservo la fatica e il dolore di Jimmy alla ricerca di una propria identità personale e sessuale ma incapace, al momento, di abbandonare gli oggetti idealizzati e apparentemente rassicuranti dell’infanzia.
Al terzo colloquio Jimmy è più spigliato e inizia subito a parlare.
P: “Fra qualche giorno ho un esame.. sono un po’ in ansia.. somatizzo l’ansia.. vomito.. fin da piccolo somatizzavo l’ansia.. fin dall’asilo.. avevo paura che mia mamma mi lasciasse per sempre là.. alle elementari c’era una maestra che mi faceva paura.. e il vomito mi prende quando devo uscire con una ragazza per la prima volta.. fin da piccolo ho sempre avuto paura di essere abbandonato.. mia mamma, per lavorare, mi ha iniziato a lasciare fin da piccolo dai nonni.. i primi tempi alle elementari temevo che la maestra si assentasse.. ho iniziato a masturbarmi in seconda media.. i miei non volevano che andassi in internet senza il loro permesso.. ma io, con uno stratagemma, ho scoperto la loro password.. ho iniziato a corteggiare le ragazze in terza media.. Laura a volte mi fa delle scenate di gelosia anche se non sono il suo fidanzato.. mia mamma l’anno scorso mi ha consigliato un corso di neurolinguistica per l’autostima..”
Il terzo colloquio termina, il ragazzo ha parlato a ruota libera, per associazioni, grazie alla mia presenza discreta e ai miei rari interventi finalizzati unicamente all’apertura.
Io registro da una parte il timore di Jimmy di non ‘superare’ i colloqui preliminari con me ed essere ammesso alla psicoterapia, dall’altra le modalità disfunzionali di una coppia genitoriale che, attraverso comportamenti contraddittori, ha bloccato la soggettivazione del ragazzo, probabilmente al fine di evitare un confronto vissuto come pericoloso con un figlio adolescente.
Nel quarto e ultimo colloquio Jimmy mostra il timore, già emerso nella seduta precedente, per l’interruzione estiva e la determinazione a intraprendere una terapia a due sedute alla mia ripresa lavorativa. Io credo di avere instaurato una buona alleanza terapeutica e confermo la proposta del paziente.
P: “.. fumo le sigarette.. ero contrario anche perché mio nonno è morto per il fumo.. ne fumo poche.. in casa fumo solo quando i miei non ci sono.. è un vizio.. poi i miei quando vanno in vacanza mi telefonano più volte al giorno per sapere come sto.. e i miei amici mi prendono in giro.”
Anche quest’ultimo colloquio mi conferma l’estrema passività del ragazzo, preda delle proprie pulsioni, e col timore di soccombere irrimediabilmente ad esse. Gli indico la possibilità di una maggiore attività nel proteggersi dalle intrusioni genitoriali e lo rassicuro sul buon lavoro che potremo fare insieme alla ripresa della mia attività.
Alla ripresa lavorativa:
P: oggi sono andato a trovare mia nonna paterna.. ha più di 80 anni.. sto pochissimo da lei.. racconta sempre delle sue amiche vecchiette e dei loro malanni.. ai tempi delle elementari i miei mi lasciavano sempre dai nonni perché lavoravano tutti e due.. stavo di più con la nonna materna.. da lei, una volta, ricordo che mi volevo mettere il suo rossetto.. anche lei è una donna forte come mia mamma.. i miei mi hanno avuto tardi e hanno fatto fatica ad avermi.. a mio padre è venuta l’ulcera per laurearsi.. quando sono nato tutti mi trattavano come un principe.. ho imparato a leggere e scrivere a 3 anni.. a 10 anni ricordo che ho picchiato un bambino e mia mamma si arrabbiò molto con me, non mi parlava più.. da allora non ho più picchiato nessuno.. ricordo che alle medie c’erano le ragazze già sviluppate e io ero indietro.. mi davano del secchione.. mia mamma è sempre stata molto protettiva nei miei confronti.. una volta un bambino mi voleva tirare l’orecchio e mia madre gli ha mollato una sberla.. ricordo che 5 anni fa, avrò avuto 18-19 anni, io e i miei amici facevamo gli scemi con la macchina.. andavamo, con un lampeggiante della polizia, nei parcheggi dove le coppiette si appartano.. uno ha iniziato ad inseguirci e io l’ho seminato.. qualche tempo dopo era da solo e il tipo di quella sera ha riconosciuto la mia macchina.. mi ha bloccato, insultato, mi ha spaccato il naso con una testata e se ne è andato.. sono svenuto per qualche secondo.. era una stradina interna.. non passava nessuno.. mi sono alzato, sono salito in macchina e sono andato a casa tutto sporco di sangue.. solo i miei hanno saputo cosa era veramente successo..
T: è stato un episodio traumatico, molto doloroso.. sembra l’abbia segnata..
P: martedì mi sono visto con alcuni amici dell’Università.. c’era anche Laura.. facevo l’incazzato con lei perché era fredda nei miei confronti.. non voleva le mie carezze.. forse perché il we va’ dal suo moroso e quando torna pensa a lui.. sabato scorso ero con gente che conosco.. erano tutti ubriachi.. c’è stata una rissa, ma io e i miei amici più stretti non c’entravamo niente.. io ho raccontato l’episodio a L. come fosse una cosa divertente.. domenica glielo ho scritto per sms e lei mi ha risposto che si stava facendo delle idee su di me, ma dopo questo episodio si sta ricredendo..
T: situazione che ricorda un rapporto che conosce molto bene.. bello, bravo, buono ma tradito nel we.
P: mi rimprovera come fa mia mamma se parlo di ragazzate.. però mi piace.. ci mandiamo una caterva di sms durante la settimana, tanto non paghiamo niente perché abbiamo fatto il contratto ‘you and me’..
Dopo circa 4 mesi
P: .. durante tutta la settimana L. manda sms con scritto ‘ti amo ’ poi da sabato a oggi (lun) è andata dal moroso ed è sparita.. sono in crisi per lei.. sabato non avevo voglia di uscire con i miei amici e sono uscito con i miei genitori e dei loro amici.. questi hanno un figlio della mia età, ma è strano.. un disadattato.. mi ha chiesto il nr. di cell… ho paura che si appiccichi.. poi sua sorella è lo zimbello di tutta la città perché un suo moroso le ha fatto un video porno che hanno messo su youtube..
T: sembra molto sofferente per il rapporto con L.. è come se interagisse con la sua immagine riflessa.. mi fa pensare al travestitismo.. non mi sembra ci sia una vera relazione con L. ma solo qualcosa di regressivo e mortifero..
P: appena L. è affettuosa io ci casco.. mi accorgo che non riesco a lasciarla..
T: è molto doloroso accettare la perdita dell’illusione di avere trovato l’altra metà della mela..
P: all’inizio.. quando avevamo scoperto di avere un feeling particolare, io e L. ci chiamavamo ‘ i gemelli del destino ’… martedì sera sono uscito con L. e altri amici.. lei era un po’ fredda.. poi Miriam la ragazza che a Parigi ci ha scoperto mentre ci baciavamo (era andato in gita insieme a L. M. e un’altra amica il mese scorso) si è lasciata col moroso.. era da sola in macchina con me.. l’ho portata a casa.. non usciva mai dalla macchina, aveva voglia di parlare… l’ho raccontato a L. per farla ingelosire.. lei si è scocciata.. mi ha detto ‘quando ti bacerai con un’altra lo voglio sapere’.. io le ho riposto che sono stato male tutta la settimana pensandola.. lei ha detto che le dispiace, mi ha chiesto di perdonarla.. questo we ho pianto.. anche con i miei genitori.. loro sanno tutto.. L. mi ha detto che se voglio prendere le distanze ok, ma devo sapere che lei starà malissimo..
Dopo un mese
P: l’altra sera sono uscito con L. e altre amiche dell’università.. ero l’unico maschio.. poi di notte ho sognato che eravamo tutti in un night club e dovevamo fare uno spettacolo erotico.. eravamo tutti nudi, io ero al centro e loro quattro si strofinavano contro di me.. era una specie di gara e noi eravamo i più bravi.. forse perché quella sera loro mi facevano battute a sfondo sessuale.. finita la serata ho accompagnato a casa Miriam.. lei è molto carina ma non ho lo stimolo.. non sono innamorato.. è invischiata nella storia con L. e poi non sono sicuro che ci stia..
T: teme il rifiuto e allora preferisce rimanere nell’illusione di essere il preferito, al centro dell’attenzione.. come un bambino che esce con la mamma e le sue amiche..
P: in effetti da bambino succedeva questo.. oggi in Laboratorio il direttore mi ha detto che devo essere più attivo..
T: un buon terapeuta questo direttore.. solo mettendosi in gioco si cresce.. la partita si deve giocare, senza perdere sempre 0-2 a tavolino..
P: fin da bambino volevo la perfezione.. anche col calcetto.. quando devo giocare con quelli più forti, m’invento una scusa e non vado perché ho paura di perdere.. però a volte tiro fuori una certa grinta, allora gioco bene.. la scorsa settimana sono stato ad una festa e ho conosciuto una ragazza carina.. si chiama Jenny, poi ho visto che mi ha aggiunto su FB e abbiamo iniziato a chattare.. venerdì venendo qua l’ho incontrata per caso.. ci siamo parlati, sono un po’ agitato perché ho l’appuntamento con lei quando esco da qua… ho sempre il raffreddore in primavera.. sono allergico.. ho un problema ai turbinati, mi si gonfiano.. deve essere psicosomatico.. questa settimana sono venuti a casa mia una coppia di amici fidanzati.. eravamo davanti al PC e mi si è aperta la pagina di un sito porno che avevo visitato prima che loro arrivassero.. mi sono vergognato.. la ragazza della coppia è una che mi piace.. anni fa ci avevo provato ma non c’è stata..
La seduta successiva
P: l’altro giorno con Jenny abbiamo fatto una passeggiata.. per tutto il tragitto non mi ha mai guardato negli occhi, ero sempre io a parlare.. sembrava intimorita.. mi sembrava di averle fatto una buona impressione, ma il giorno dopo le ho scritto su FB e lei non mi ha risposto.. ci sono rimasto male.. oggi L. mi è venuta a prendere a casa.. lei è un po’ fredda ed è giusto che teniamo una certa distanza.. Miriam si è interessata.. mi ha chiesto ‘qual è la situazione tra te e L.?’.. i miei a Pasqua vanno in vacanza e io e L. abbiamo deciso di fare una serata a casa mia con lei e le altre ragazze.. L. dice ‘adesso che hai la casa libera chissà quante ragazze porterai..’ ..Miriam è carina ma è troppo invischiata nella storia con Laura..
T: sembra più invischiato lei
P: questa notte ho sognato che andavo con i miei genitori in Germania, dove loro andranno a Pasqua, durante il viaggio io decido di saltare giù dal treno e mi trovo, solo, nella neve.. camminando ho incontrato dei cartelli che davano indicazioni in più lingue.. allora ho pensato di essere in una zona di confine.. sono andato in un villaggio sconosciuto.. ero senza soldi, una situazione drammatica.. mi hanno accolto persone sconosciute e ho dormito da loro.. infine ho trovato il coraggio di tornare a casa.. penso che il decidere di non andare in vacanza con i miei genitori mi abbia condizionato..
T: sembra che se cerca di esprimere se stesso teme di rimanere solo.. senza risorse.. il sogno indica che, anche se con molta fatica, è possibile diventare più autonomi grazie al nostro lavoro..
P: venerdì sono andato a chiedere la tesi al prof. gli ho spiegato come vorrei fare.. non mi è stato molto ad ascoltare.. so che i professori vanno di fretta ma ci sono rimasto un po’ male.. solitamente sono gli altri a parlare, chiedere per me, ma in queste situazioni sono io che mi devo esporre.. ai miei genitori ho detto che sono uscito con Jenny.. mio padre mi ha chiesto come è andata.. gli ho detto che era intimorita e che poi su FB non mi ha risposto.. mia mamma mi ha detto ‘tu sei un ragazzo bello e bravo’.. poi hanno fatto la faccia triste..
T: così si sente ancora più impotente.. coinvolge i suoi genitori, non mette i paletti, non stabilisce confini.. il timore è quello del sogno, fatica a darsi delle regole, come con Laura.. io a Pasqua non vado in ferie, ci vedremo e, come già sa, mi può sempre telefonare per qualsiasi problema..
P: grazie.. a Pasqua andrò a mangiare da mia nonna, che parla delle sue amiche vecchiette tutte malate.. mi ricorda sempre che abbiamo la tomba di famiglia e ha me cascano i coglioni..
La seduta successiva
P: Domani c’è la laurea di quel ragazzo che è venuto a casa mia e ha visto il film porno.. ho provato a mettermi in contatto con J. ma non mi ha risposto neanche.. lì per lì mi è venuta una gran rabbia.. quasi la volevo chiamare per insultarla.. poi sabato non sono uscito con gli amici.. ero stanco, sono rimasto a casa..
T: tutta questa rabbia le è esplosa dentro..
P: (dopo qualche minuto di silenzio) ..ieri sera c’era lo spettacolo teatrale dove recitava anche Laura, sono andato con Miriam.. ci siamo seduti nella fila dove c’erano anche la mamma, la sorella e il moroso di Laura.. io ero vicino a sua mamma.. era uno spettacolo curioso.. c’erano dieci attori, cinque coppie.. il copione era lo stesso ma cambiavano le situazioni.. ad es. una volta gli uomini dominavano psicologicamente le donne, un’altra volta era il contrario.. nel copione di L. lei doveva sedurre un uomo e le riusciva molto bene.. era sexy, in mutande e giarrettiera, mentre il suo partner era serio e cercava di evitare.. mi sono molto emozionato a vederla in quella situazione insieme ai suoi parenti.. poi glielo ho scritto per sms e lei mi ha risposto ‘allora ancora mi pensi’..
T: mi chiedo se durante lo spettacolo si sentisse pieno di rabbia perché era in ombra rispetto al fidanzato..
P: la mamma e la sorella di L., quando lei faceva la sexy, ridevano e guardavano il suo moroso..
T: come un gioco di specchi.. cambiano le situazioni ma il copione è lo stesso.. lei poteva anche essere l’attore che era sedotto da L., col suo fidanzato che faceva il guardone..
P: ero molto in ansia.. mi dovevo alzare in continuazione..
T: come se la potessero leggere dentro.. scoprire la sua sessualità segreta.. un sito porno che compare improvvisamente..
P: ..stanotte ho sognato che giocavo a calcetto con giocatori famosi.. ho iniziato a fare i contrasti con Balotelli.. io lo spintonavo e lui era sorpreso.. come se da me non se lo aspettasse.. il campo mi ricorda quello dell’oratorio dove giocavo quando ero bambino.. ancora adesso a volte ci gioco con i miei amici.. Balotelli è un tipo arrogante, strafottente.. una settimana fa ha tirato le freccette addosso a dei ragazzini.. io ho questo narcisismo che quando gioco guardo all’estetica, alla bella divisa.. molta forma e poca sostanza.. in questo sogno mi sembra di essere andato più sulla sostanza..
Dopo un mese
Finalmente siamo andati dallo specialista dei turbinati, mi ha detto che sono mega-ipertrofici ed è meglio toglierli.. poi ha visto che ho una deviazione al setto nasale che contribuisce ulteriormente a non farmi respirare bene.. forse è stata la testata che mi ha dato quel tizio a deviarmi il setto.. quando siamo entrati mia mamma voleva parlare al posto mio, le ho detto “non rompermi i coglioni, parlo io”.. ho parlato solo io col primario, sono stato molto preciso e gli ho spiegato tutto.. quando siamo usciti il primario mi ha stretto la mano e poi mio padre si è complimentato con me.. qualche giorno fa sono andato a fare footing e mia mamma a dire “mettiti il collirio antistaminico” io l’ho mandata a fanculo e lei si è messa a piangere.. quando sono tornato c’era anche mio padre e mi ha chiesto “perché tratti così la mamma?” Io gli ho risposto che so io come curarmi e l’antistaminico non mi serve.. l’altro giorno ho fatto notare a mia mamma che adesso faccio le cose di testa mia e lei si è intristita.. ora non vorrei esagerare ma se faccio così mi sento meglio.. (mi guarda)
T: Per sua madre è molto doloroso accettare che lei cresca e non sia più il suo bambino..
P: poi qualche giorno fa mi diceva: “con le donne devi essere più stronzo”..
T: si è data la zappa sui piedi
P: mi diceva che è tutta colpa del PC.. che la realtà virtuale mi ha deviato.. io le ho risposto “non è che è forse più colpa tua?”.. si è messa a piangere.. anche l’altra volta, eravamo in macchina con mio padre, lei mi dava consigli e io le rispondevo male.. poi si è arrabbiata con mio padre perché non la difendeva.. stanotte ho sognato che io e i miei amici più stretti facevamo un viaggio e attraversavamo un campo, scavalcando una staccionata col filo spinato per evitare la dogana.. scavalcavamo di notte per non farci vedere.. era una situazione come di guerra.. non so se c’entri qualcosa col fatto di essere indipendenti.. che ho litigato con mia mamma e voglio fare per conto mio.. il sogno mi fa pensare alla situazione dei clandestini che vogliono andare in Francia e attraversano i boschi per non passare dalla dogana..
T: il clandestino lascia la propria terra per trovare nuove risorse in un paese sconosciuto.. lei lascia la terra Madre per evolvere.. il percorso è lungo e faticoso.. c’è il timore di non farcela, di rimanere senza risorse, di pentirsi del viaggio intrapreso, di essere rifiutati dal nuovo mondo.. ma non è solo lungo questo percorso, ci sono anche io..
P: prima mi bloccava il fatto di non essere mai stato economicamente indipendente da loro.. ero totalmente dipendente.. invece questa estate per la prima volta guadagnerò dei soldi grazie alle cose che ho studiato.. questo mi da forza.. oltre al lavoro che faccio qua che mi da la forza di esprimermi meglio con gli altri, dire quello che penso.. come faccio con mia madre.
La seduta prima dell’interruzione estiva
P: questo we sono uscito con le amiche dell’università, c’era anche Laura.. sono stato freddo anche io, mi è venuto spontaneo.. non me la sono filata e ho parlato con Miriam tutta la serata.. i miei rompono col fatto dello studio.. non vedo l’ora di finire l’Università per uscire da questa condizione adolescenziale.. come quando ho finito il Liceo.. ci sono molte similitudini.. al Liceo quando ho finito ho lavorato come bagnino, sono diventato più adulto.. ho iniziato a guadagnare qualcosa..
T: non ci può essere anche un suo aspetto che fatica a chiudere un ciclo? .. un aspetto che teme di finire l’Università?.. che fatica a tollerare l’interruzione estiva della sua analisi?..
P: .. a volte mi sento vecchio.. ho paura a pensare che dopo i venti anni si va verso la maturità, la vecchiaia.. la cosa che mi fa più paura è vedere che passa il tempo.. che i miei genitori invecchiano e un giorno non ci saranno più..
T: ..ma noi a settembre riprenderemo il nostro lavoro e lei, in questo mese, conserverà il bagaglio di esperienze del suo lavoro analitico..
P: sì.. da quando ho iniziato, le esperienze che faccio mi rendono più forte.. ma se le cose vanno male mi crolla il mondo addosso..
Con l’interruzione estiva si conclude il primo anno di psicoterapia.
Jimmy sembra essere più consapevole della sua enorme passività e ne ha la conferma anche al tirocinio, confrontandosi con i colleghi. Sta interrompendo, con molta sofferenza, la relazione clandestina con Laura che ripropone, in maniera emblematica, il fenomeno di travestitismo che lo ha spinto a richiedere una psicoterapia. Laura appare rappresentare il suo doppio speculare, l’illusione di una unione simbiotica che si frantuma clamorosamente con l’irruzione del terzo sulla scena. Jimmy appare più consapevole di come i problemi di erezione siano intimamente connessi alla sua estrema passività e alla ricerca “familiare” di rapporti clandestini apparentemente rassicuranti.
Il lavoro con il paziente è ancora lungo ma la determinazione che egli ha di proteggersi, attraverso il lavoro analitico, da una coppia genitoriale con-fusa e con-fusiva, fa ben sperare per il futuro.
Il vivermi transferalmente ora come il direttore del laboratorio che lo sprona a separarsi dall’infantile, ora come il professore cui si deve chiedere la tesi di laurea ma che va di fretta, ora come Balotelli che gli tira “freccette” attraverso l’interpretazione focalizzata sul pubertario attuale, mostra l’estrema sofferenza di Jimmy nel soggettivarsi e il lavoro di contenimento analitico che sono chiamato a svolgere nei confronti della sua ambivalenza verso una figura paterna autorevole.
Del resto credo che Jimmy, in questo primo periodo di analisi, abbia convogliato le sue cariche aggressive nel tentativo di sedurmi e attivare la mia attenzione, allo scopo di mettermi nella posizione di “guardone” rispetto alle varie ragazze “virtuali” che popolavano le sue fantasie.
Gli episodi di travestitismo non si sono più verificati.
Conclusioni
Noi a volte dimentichiamo la nostra adolescenza e quanto l’ingresso in questo periodo della vita generi sofferenza. L’incapacità di accedere alla parola carica di senso è una questione tipica dell’adolescenza e sta a noi permettere al ragazzo questo accesso. Ci sono adolescenti e giovani adulti che lottano per soggettivarsi creativamente, non aspettando altro che di investire su nuove figure di riferimento al di fuori del nucleo famigliare. Quando investono su di noi, formulando una domanda di aiuto, credo sia fondamentale utilizzare parole che creino un ponte con le emozioni del paziente. Questo ponte tra linguaggio scambiato ed emozioni suscitate può aprire la strada alla capacità di simbolizzazione e permettere al paziente di fare esperienza della sua capacità di pensare creativamente. I ragazzi hanno la tendenza ad eliminare la conflittualità interna, nella speranza di eliminare il conflitto stesso.
Un buon rilancio dell’ adolescenza è invece garantito dall’accettazione della contraddizione insita nella propria condizione, dalla capacità di identificarsi con gli aspetti protettivi genitoriali, immettendosi in un rapporto di affiliazione, che riconosca anche una differenza generazionale.
Permettere al paziente di riappropriarsi della propria storia e permettergli di riconoscere che l’origine della propria storia va oltre sé stesso, equivale a riattivare il processo di soggettivazione.
Credo che la via per avvicinare l’adolescente e il giovane adulto con curiosità e passione al proprio mondo interno è il potergli permettere di pensare di poterci raggiungere, nella consapevolezza che qualcosa continuamente gli sfugge, che l’avventura continua, che la capacità di percorrere un cammino non è dovuto ad una ricetta miracolosa di cui noi conserviamo il segreto.
Noi non siamo minimamente depositari di una qualche verità, ma solo degli intermediari che rimandano verso un altrove. Siamo degli adulti competenti che ad un tratto il ragazzo decide di abbandonare, lungo il suo percorso.
Bibliografia
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LADAME F., CATIPOVIC M., (1998) Gioco, fantasmi e realtà, Milano: Franco Angeli, 2000
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QUINODZ D., (2002) Le parole che toccano, Roma: Borla, 2002
Articolo di Maurizio Cottone in AeP, novembre 2012, Ed. Magi