Dipendenza affettiva patologica e incapacità di amare

Sappiamo tutti che il primo campanello d’allarme, e diciamo il più evidente, che ufficializza la crisi della coppia, è il calo del desiderio sessuale da parte di uno dei due partner.
La crisi sessuale non arriva mai come un fulmine a ciel sereno ma è frutto di una crisi che cova strisciante nella coppia, dove uno dei due partner non si sente capito, riconosciuto, in qualche maniera accettato. La sfera intima è molto importante ed è la prima che va in crisi quando c’è incomunicabilità, incapacità a capirsi o a sentirsi capiti. Il sesso, all’interno della coppia, non significa solo passione, desiderio fisico dell’altro, ma in un rapporto di “amore” significa il darsi, il donarsi, dare sé stesso al proprio partner, significa dire: “mi fido di te”.
Un altro segnale che le cose non stanno andando bene nella coppia è che il tempo che si trascorre insieme diventa, per uno dei due partner, noiosissimo, una iattura, ci si sente “in gabbia”. Questo malessere, che si manifesta subito nel calo del desiderio sessuale, porta anche ad altri malesseri psicologici quali aumento del peso e uno stato depressivo più o meno importante, con cali di interessi personali e lavorativi.
La cosa migliore perché un rapporto proceda in maniera sana e costruttiva, sarebbe quella di parlarsi, chiarirsi magari andare da uno specialista, se si sente che non c’è una via d’uscita. Però a volte non è facile perché i partner sono molto diversi tra loro per cultura, età, storie di vita.
Certamente alla base di un sano rapporto di coppia c’è la fiducia, che non può essere data apriori, ma si deve costruire piano piano. Appare fondamentale quindi il rispetto reciproco: nel momento in cui scelgo di stare con te io scelgo di fidarmi di te. Il sospetto, una gelosia, soprattutto quando immotivata, può portare incomprensioni, anche menzogne “difensive” del partner accusato, quindi l’inizio del tradimento della “fiducia di coppia”.
La mia esperienza mi ha portato a dividere la casista delle coppie in crisi in due grandi filoni:
- uno dove la possibilità della coppia di rigenerarsi nella comprensione e cambiamento è possibile;
- un altro “infausto”, dove uno dei due partner presenta una “dipendenza affettiva” patologica. Tale dipendenza affettiva è una patologia ed è inserita dal DSM-V nel filone delle altre grandi dipendenze, quali dipendenze alimentari, da sostanze, alcoliche, sessuali, ecc.
Elencherò alcuni casi emblematici persone venute da me proprio perché la coppia era molto in crisi e il partner, solitamente quello che rifiuta una terapia, viveva una gelosia patologica, per via di sue profonde fragilità, insicurezze, gravi carenze infantili, con genitori violenti o assenti.
La persona affetta da “dipendenza patologica”, necessita di attenzioni continue, vuole che il partner sia tutto per lui, non abbia altro interesse, rimanendo comunque sempre insoddisfatto. È come se avesse una voragine interiore dove ogni attenzione non è mai sufficiente. Anche l’interesse del partner, che può essere una passione, non per un uomo o una donna, ma per un hobby, possono essere vissuti come un tradimento, perché in quel momento la persona è presa unicamente da quell’ interesse, che per il partner incarna “concretamente” il fantasma dell’Altro, un fantasma di tradimento.
A volte è proprio questo fantasma, proprio questa insicurezza, che rende il rapporto invivibile, può condurre veramente il partner “vittima” a tradire, come se venisse trasmessa questa paura, dal partner geloso, a livello molto profondo, e in maniera talmente violenta, da spingere il partner vessato all’ “azione”.
In tali forme di “dipendenze affettive patologiche” quindi, dov’ è la possibilità a rispettare la libertà altrui, a fidarsi?
Dov’è l’Amore?
Tali gelosie “possessive” portano ovviamente ad un calo del desiderio, della libido, nel partner vessato, per assenza di ossigeno vitale nella coppia. Ho seguito una persona, un professionista affermato di circa cinquanta anni che ha avuto una relazione sentimentale con una donna di venti anni più giovane di lui. La signora viveva una importante “dipendenza affettiva” con conseguente gelosia patologica. Il mio paziente, un libero professionista con necessario bisogno di curare le relazioni pubbliche, era ostacolato dalla compagna in ogni tipo di frequentazione, anche in coppia, sia pubblica che privata. Nonostante il suo stile di vita, e il suo carattere espansivo, fosse conosciuto dalla compagna al momento del loro incontro, nel momento in cui si sono messi in gioco sentimentalmente sono insorti problemi molto grossi perché non era possibile, per il mio cliente, neanche usare il telefono cellulare in casa: tale cellulare doveva essere poggiato in un angolo, “silenzioso” e con lo schermo ribaltato. La signora quindi, in maniera certamente inconsapevole, lo invitava a mentire, a fare le cose di nascosto: a rappresentare, ed infine agire, il “fantasma di tradimento”.
Altro caso: una mia paziente col marito possessivo fu costretta a sospendere la terapia con me per via della gelosia patologica del partner. La signora, durante il lavoro analitico si era resa conto di voler lasciare quest’uomo che l’aveva sempre castrata. Con i figli oramai grandi, la signora voleva provare a vivere una vita più in autonomia. Però quest’uomo molto manipolativo continuamente le diceva che era il terapeuta a manipolarla e farla ragionare in maniera sbagliata. Di comune accordo abbiamo sospeso “ufficialmente” la psicoterapia, sebbene lentamente la signora abbia ripreso a venire da me a sedute spot e in segreto, come per eludere la sorveglianza del marito di confronti di uno psicoterapeuta amante, in quanto “unicamente” amante in quanto dispensatore di libertà.
Questi esempi riportati dimostrano come non vi sia mai un sano rapporto sessuale, spesso anzi questo sia proprio assente, quando la coppia è patologica. Alla base della patologia c’è sempre una inter-dipendenza affettiva, dove uno dei due partner diventa il carceriere di un altro, come tipico dei rapporti sadomasochisti. È difficile vivere un desiderio sessuale nel momento in cui non c’è gioia nella coppia, non c’è gioia di vivere, non c’è libertà, non c’è rispetto. All’interno dell’assenza della fiducia il rapporto sessuale per forza deperisce, diventa mortifero e quando presente, assume forme perverse.
In questi casi più che un percorso terapeutico di coppia, che solitamente fallisce perché il partner più patologico lo rifiuta, consiglio percorsi individuali che permettano al partner più succube di liberarsi da una situazione sadomasochista e perversa.
Nei casi di crisi di coppia meno patologici, ma dettati da fatti contingenti (stress lavorativo, economico, familiare, nascita di un figlio, perdita del lavoro, traslochi, morte di una persona cara, ecc..) casi in cui la coppia subisce un blocco della sua spinta evolutiva, la terapia di coppia è consigliabile perché probabilmente il calo del desiderio è dato da uno dei fattori prima espressi che possono creare un momento di stanchezza e una crisi della libido.
Una coppia disfunzionale, ma non patologica può, reggendosi sulla fiducia e sulla libertà individuale, e non sulla “dipendenza affettiva”, rivedere con impegno le proprie coordinate, correggere rotte disfunzionali, modularsi e attivare un desiderio che prima di tutto è un desiderio di continuare a vivere insieme.
Un desiderio di Vita.
di Maurizio Cottone
Argomenti correlati: